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Ritmo, terra e
dissonanza

L’attività poliedrica di Terra di Resilienza

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SALERNO

La storia della Cooperativa Terra di Resilienza è relativamente recente. Tutto nasce nel 2011 nei discorsi estivi di Claudia, Dario e Antonio, alla ricerca di un futuro dopo gli studi.

Una scelta, quella di restare, dovuta non solo a motivazioni pratiche, ma soprattuto dalla ricerca di un senso che riportasse i protagonisti della nostra storia ad assaporare i profumi e la concretezza del proprio territorio. Fermarsi, contro ogni apparente logica storica che oggi come ieri porta i giovani del sud Italia verso altre mete.

Gli occhi di Dario, i gesti di Claudia e le parole di Antonio ci riportano invece al sapore della passione per la propria terra, fatto di sudore, profumi di olivo, grano maturo, e zolle arate. Condito dal suono delle voci delle persone che incrociano i tanti percorsi della cooperativa.

Un mondo fatto di tanti mondi. Dentro Terra di Resilienza ci sono competenze differenti in un delicato equilibrio perché la diversità fa la forza. E che la vita della cooperativa si svolga attraverso molti percorsi tutti contenuti in una medesima idea di territorio, lo si può facilmente capire mettendosi in ascolto.

Mentre al mattino si piantano i pomodori si progetta l’attività pomeridiana con gli asini. Mentre si mangia insieme all’ombra pane e provola si dividono i compiti per l’incontro sulla ludopatia del giorno dopo. E così via. Tutto insieme, attraverso la cura delle relazioni. Tutto è relazione in Terra di Resilienza, così come avviene tra le piante, senza che noi ce ne accorgiamo. In una parola, poliedrici.

Ma questa è anche una storia di ritmo. Se l’agricoltura con le sue stagioni e i suoi gesti è un linguaggio universale come e più della musica, come ci dice Antonio, il ritmo con cui Terra di Resilienza procede sul suo cammino può apparire disarmonico rispetto al contesto.

Il lento incedere della vita nei paesini montani del Parco sembra infatti stridere a confronto con l’energia espressa dalla cooperativa e dalla rete di relazioni che le ruota attorno. La Cumparete, filo rosso informale tra realtà che condividono la stessa filosofia. Il comune di Morigerati e il suo sindaco, attento a cogliere le potenzialità di uno sviluppo del territorio attraverso i suoi attori. In fondo, se si guarda con profondità quel pezzo di Cilento, ci si scopre di fronte ad una dissonanza piacevole e perfettamente inserita nell’armonia di fondo che va scavata, sezionata e guardata con cura. In fondo il Cilento è anche questo: uno spaesamento di note che compongono un’armonia da decifrare con lentezza.

Per riuscire a dare corpo ai sogni, però, serviva una spinta e l’Otto per Mille in questo senso è stato il volano in grado di generare una microeconomia che ha offerto spinta e valore al territorio.

Ritmo, terra, futuro. Forse la frase che più spiega il cambiamento di cui Terra di Resilienza è protagonista è rappresentato dalla capacità di guardare al futuro da casa propria. Dal proprio Cilento.

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